Ecco la lista aggiornata delle auto che dal 2026 pagheranno più tassa di proprietà secondo l’Agenzia delle Entrate

Ecco la lista aggiornata delle auto che dal 2026 pagheranno più tassa di proprietà secondo l’Agenzia delle Entrate

Negli ultimi anni la tassazione automobilistica in Italia è stata oggetto di numerosi cambiamenti, con particolare attenzione rivolta alle politiche ambientali e alla necessità di ridurre le emissioni inquinanti. L’Agenzia delle Entrate ha recentemente pubblicato una lista aggiornata delle auto che, a partire dal 2026, saranno soggette a una maggiore tassa di proprietà. Questa decisione rientra nell’ambito delle strategie adottate dal governo per incentivare il rinnovo del parco auto circolante e favorire la transizione verso veicoli più ecologici. In questo articolo analizzeremo nel dettaglio quali sono le auto coinvolte, i criteri utilizzati per l’aggiornamento della lista e le implicazioni che questa misura avrà sui proprietari e sul mercato automobilistico.

Le motivazioni dietro l’aumento della tassa di proprietà

L’aumento della tassa di proprietà sulle auto previsto per il 2026 nasce dall’esigenza di allineare la fiscalità italiana alle direttive europee in materia di sostenibilità ambientale. L’Unione Europea ha infatti fissato obiettivi stringenti per la riduzione delle emissioni di CO2, e i governi nazionali sono chiamati ad adottare misure concrete per raggiungerli. In Italia, il parco auto è ancora composto in larga parte da veicoli diesel e benzina di vecchia generazione, noti per le loro emissioni elevate. L’incremento della tassa di proprietà rappresenta quindi uno strumento per scoraggiare il mantenimento di questi veicoli e favorire l’acquisto di auto ibride, elettriche o comunque a basse emissioni.

Ecco la lista aggiornata delle auto che dal 2026 pagheranno più tassa di proprietà secondo l’Agenzia delle Entrate

Secondo l’Agenzia delle Entrate, la revisione della tassa non sarà indiscriminata ma colpirà in modo mirato i veicoli più inquinanti. In particolare, saranno penalizzate le auto con motorizzazioni Euro 0, Euro 1, Euro 2 ed Euro 3, nonché quelle che superano determinati livelli di emissioni di CO2 e particolato. L’obiettivo dichiarato è quello di ridurre progressivamente la presenza di questi veicoli sulle strade italiane entro il 2030.

Questa scelta, se da un lato risponde a esigenze ambientali, dall’altro avrà inevitabili ripercussioni sul mercato dell’usato e sulle famiglie che possiedono auto più datate. Per questo motivo, il governo sta valutando anche incentivi per la rottamazione e l’acquisto di veicoli più moderni, in modo da rendere la transizione meno gravosa per i cittadini.

La lista aggiornata delle auto coinvolte

La lista pubblicata dall’Agenzia delle Entrate comprende una vasta gamma di modelli, suddivisi per categoria e classe ambientale. Tra le auto che dal 2026 saranno soggette a una tassa di proprietà più elevata troviamo in particolare:

Ecco la lista aggiornata delle auto che dal 2026 pagheranno più tassa di proprietà secondo l’Agenzia delle Entrate

– Tutte le vetture con omologazione Euro 0, Euro 1, Euro 2 ed Euro 3, indipendentemente dalla cilindrata.
– Veicoli diesel immatricolati prima del 2006 e benzina immatricolati prima del 2001.
– Auto con emissioni di CO2 superiori a 160 g/km, a prescindere dall’anno di immatricolazione.
– SUV e fuoristrada con cilindrata superiore a 2.000 cc per i benzina e 1.900 cc per i diesel.
– Alcuni modelli di monovolume e station wagon particolarmente inquinanti, anche se di recente immatricolazione ma privi di sistemi di abbattimento delle emissioni.

La lista dettagliata, consultabile sul sito dell’Agenzia delle Entrate, riporta marca, modello, anno di produzione e classe di emissione di tutti i veicoli coinvolti. Tra i modelli più diffusi che rientrano nell’elenco figurano Fiat Punto (prime serie), Volkswagen Golf (modelli precedenti al 2005), Opel Astra, Ford Focus, Renault Clio e Megane, Alfa Romeo 147 e 156, oltre a numerosi SUV di grandi dimensioni come BMW X5, Audi Q7, Mercedes ML e Jeep Grand Cherokee delle prime generazioni.

Come cambierà la tassa di proprietà dal 2026

La tassa di proprietà, comunemente conosciuta come bollo auto, subirà un incremento progressivo in base alla classe ambientale e alle emissioni del veicolo. Per le auto Euro 0, l’aumento sarà particolarmente significativo, con una maggiorazione che potrà arrivare fino al 50% rispetto all’attuale importo. Per le Euro 1 e Euro 2 l’incremento sarà del 30-40%, mentre per le Euro 3 si parla di un aumento del 20-25%. Anche le auto con emissioni di CO2 superiori a 160 g/km vedranno un rincaro proporzionale, indipendentemente dalla classe ambientale.

Ecco la lista aggiornata delle auto che dal 2026 pagheranno più tassa di proprietà secondo l’Agenzia delle Entrate

Oltre all’aumento della tassa annuale, è prevista anche una revisione dei criteri per l’esenzione dal pagamento del bollo. Attualmente, le auto storiche e d’epoca beneficiano di agevolazioni fiscali, ma dal 2026 solo i veicoli effettivamente iscritti nei registri storici e mantenuti in condizioni originali potranno continuare a godere di tali vantaggi. Tutte le altre auto datate, anche se di interesse collezionistico ma prive di certificazione, saranno soggette alla nuova tassazione.

Per aiutare i cittadini a comprendere l’impatto della riforma, l’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione un simulatore online che permette di calcolare l’importo della nuova tassa di proprietà in base ai dati del proprio veicolo. Si tratta di uno strumento utile per valutare se conviene mantenere l’auto attuale o procedere alla sostituzione con un modello più moderno e meno inquinante.

Implicazioni economiche e di mercato

L’aggiornamento della tassa di proprietà avrà ripercussioni significative sul mercato automobilistico italiano. Da un lato, si prevede un’accelerazione nella rottamazione dei veicoli più vecchi e inquinanti, con un conseguente aumento della domanda di auto nuove o usate di ultima generazione. Questo potrebbe favorire le case automobilistiche che puntano su modelli ibridi ed elettrici, ma anche il mercato dell’usato recente, che offre veicoli con buone prestazioni ambientali a prezzi accessibili.

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D’altro canto, le famiglie con redditi medio-bassi potrebbero trovarsi in difficoltà nel sostenere i costi di una nuova auto, soprattutto in assenza di incentivi adeguati. Per questo motivo, le associazioni dei consumatori chiedono al governo di prevedere misure di sostegno economico, come bonus rottamazione e finanziamenti agevolati per l’acquisto di veicoli a basse emissioni.

Infine, l’aumento della tassa di proprietà potrebbe avere effetti anche sul valore residuo delle auto coinvolte. I modelli soggetti a maggiorazione rischiano di perdere rapidamente valore sul mercato dell’usato, rendendo meno conveniente la loro vendita o permuta. È quindi importante che i proprietari valutino attentamente le proprie scelte, tenendo conto sia degli aspetti fiscali che delle prospettive di mercato.

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